Trama |
Quattro storie al prezzo di una, quattro protagonisti ultimi nella fila ma ad un passo dal successo:
Damiano ha quarant’anni e un curriculum fatto solo di colloqui di lavoro e corsi di formazione al nulla. Assediato da barriere di ogni tipo, tenta una disperata insurrezione disarmata. Anzi, disarmante. Perché siamo tutti bravi a fare le rivoluzioni con la pistola in mano. Ma provateci voi con una borsa di finta pelle e un curriculum.
Andreozzi è un ex giocatore di calcio impegnato nella sua partita più difficile, scrivere una lettera al suo più caro amico. Ad un calciatore di un certo livello, si sa, nessun esercizio è precluso, nessuna finta, scatto o colpo di testa, il problema sono i punti e virgola. Perché se il sangue affluisce ai piedi, mette in decompressione la parte di corteccia celebrale delegata a scrivere le lettere. E’ un fenomeno spiegato scientificamente.
Cinnamon vuole nell’arco di 24 ore fare tutte le cose che nella propria vita ha sottovalutato, dall’aggiustare un rubinetto a completare il cubo di Rubik. Perché Cinnamon ha buoni motivi per voler recuperare il tempo perso in vita sua. “E comunque la vecchiaia, nel peggiore dei casi, è un modo come un altro per prendere tempo. Ecco, ora io prenderei tempo volentieri”.
Target sviene nei supermercati. Di fronte all’abbondanza dei prodotti e alla sua incapacità di scegliere quello giusto, non riesce più a trovare la strada delle casse ed è condannato a passare le notti riverso sul banco dei surgelati. Finché non decide la controffensiva.
Lo spettacolo è la cronaca tragicomica di uno spaesamento moderno e antico, quello dell’uomo a un passo dal traguardo, il primo della fitta schiera degli ultimi, quello per cui la possibilità è a portata di mano, nell’ottimistica convinzione che gli ultimi non esistono. Gli ultimi sono solo i primi dei non eletti.
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