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se (D)io vuole
Compagnia Ass. BLUTEATRO 
Trama Dopo il grande successo della rassegna Cantieri contemporanei, Il Teatro Due Roma decide di confermare il suo impegno a porsi come polo permanente di formazione e promozione teatrale e ospita altri progetti teatrali di artisti under 35 diplomati all’Accademia nazionale d’arte drammatica “Silvio d‘Amico”. Il 28 e il 29 gennaio sarà la volta di “Se (D) io vuole” di Mariasilvia Greco, liberamente ispirato a “Tre sorelle” di Anton Cechov, uno dei grandi classici del teatro e della letteratura mondiale. Scritto da Mariasilvia Greco e diretto e interpretato da Alessandro Cosentini, Mariasilvia Greco, Paola Senatore e Giuliana Vigogna, e con le musiche originali di Alessandro Cosentini, le protagoniste sono loro, le Tre Sorelle di Cechov. Tre valigie sono le loro seggiole, e intorno a loro il vuoto. Vogliono andare via, il loro desiderio viaggia attraverso il gioco e il sogno. Cosa le trattenga in una vita che le annoia, non è chiaro. Covano dentro le loro anime sofferenze e rancori una contro l’altra, ma tutto appare immobile e l’incapacità di cambiamento regna sovrana. I nomi sono invariati, ma qualcosa è cambiato. Il loro desiderio di andare a Mosca è diventato un’ossessione, tale da spingerle a immaginare vite, a sognare una condizione migliore. E’ un affannarsi senza capo né coda, è l’assenza di azione che trasforma il sogno in un incubo della meta sperata. Un uomo entra. È Versinin. Egli rompe il sogno o l’incubo che le inghiotte. Ne rimangono le macerie, o forse sono sempre state le macerie di loro stesse. Ma adesso che sono arrivate fino odiarsi, cosa rimane? Cosa serve per realizzare i propri desideri? A chi bisogna affidarsi? Nei loro sogni ognuna di loro abbraccia vite meravigliose, paesaggi mai visti, e uomini che hanno il coraggio di amare; i loro sogni sono così forti da portarle a correre da un desiderio all’altro senza sosta, senza senso, un affaccendarsi, ma per andare dove? Le tre si ubriacano delle sue parole, lo circondano, lo seducono, esplodono in una zuffa. Versinin se ne andrà così come è venuto e le protagoniste resteranno nuovamente sole, come all’inizio. Qualcosa è cambiato, il loro rancore è scoppiato, è diventato odio, per poi unirle ancora di più. Il loro desiderio, no, quello non è cambiato. Rimangono così: tre fantasmi che ancora vivono e sperano. E alla fine dalle loro parole e dalla loro mancanza di azione, un credo nell’uomo esplode più potente di qualsiasi sogno.