Sinossi |
Non si tratta di un tributo incondizionato a una figura di culto perseguitata dal destino e neppure dell'ennesima inchiesta mirata a far luce sulla vicenda finita in tragedia di Marco Pantani che, ostacolato nella pratica ciclistica, muore nel 2004, a trentaquattro anni, in circostanze ancora non chiarite. Fin dalla prima sequenza, il regista Paolo Santolini - nato e cresciuto in Romagna come Pantani - mette in chiaro che qui si parlera' d'altro e in altro modo. E questo 'altro' e' l'universo umano, sociale e culturale in cui il campione si e' formato: una comunita' di familiari, amici, sostenitori, che, a distanza di quasi vent'anni dalla sua morte, non vogliono e non possono parlare di lui al passato. Sono i loro volti e le loro voci a dare una vertiginosa 'presenza' al campione romagnolo, a riportarlo tra noi invincibile e ferito, forte e vulnerabile, per sempre giovane, in attesa di riscatto. Attraverso materiali d'archivio pubblici e privati e conversazioni intime e toccanti con i familiari, l'allenatore dei suoi esordi, gli amici piu' cari, il film ripercorre la vita di un grande ciclista sullo sfondo della sua Cesenatico. |