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ERCOLE E LE STALLE DI AUGIA
Regia Marco Di Costanzo 
Compagnia  
Attori Stefano Parigi 
Autore Friedrich Dürrenmat 
Trama Un gioco teatrale esplosivo e immaginifico, un passaggio fulmineo e ininterrotto tra azione e narrazione, un universo di personaggi e situazioni che, evocate nello spazio vuoto, danno vita a un concerto visivo per attore e ombrello. Attraverso un'ironia dissacrante ed esasperata, Ercole e le stalle di Augia trova nella parodia di una vicenda mitologica l'occasione per riflettere e ironizzare sulla ineluttabile disfatta del mondo contemporaneo. L'analisi delle contraddizioni e dei conflitti sociali si esprime in una chiave farsesca e grottesca di tragica spietatezza, che tende a dilatarsi alla condizione esistenziale dell'intera umanità: una condizione segnata dal caso e oppressa dal Male, in cui ogni gesto e tentativo di ribellione è destinato al fallimento. Da un lato il testo, scritto in origine per la radio, riflette in modo mirabile il disorientamento e la sfiducia nelle sorti del nostro tempo, dall'altro il linguaggio scenico adottato dialetticamente da Marco Di Costanzo scommette senza riserve sull'elemento umano: l'attore. Un solo attore, nello spazio vuoto, lotta eroicamente con un dramma che si sposta senza soluzione di continuità da Tebe a Elis, da rupi deserte a un'aula di parlamento, con dialoghi, dibattiti politici, un circo, scene di massa e peripezie avventurose. Lo spettacolo porta alle estreme conseguenze l'uso polisemico di pochi, semplici oggetti e di una geometria allusiva, che consente di trasformare lo spazio grazie alla complicità dell'immaginazione dello spettatore.